BASTAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA! ...AAAAAAAAAAAAHHH!!!



30.12.07

Storia Piccola Di Un'Ape

Era testarda lei. Come una piccola ape continuava a sbattere la testa contro quel vetro che mai l'avrebbe lasciata passare. Ma a lei non importava. Sapeva che non avrebbe mai oltrepassato quel muro invisibile, o forse non lo sapeva affatto, ma non voleva vivere la sua vita senza averci provato. L'avrebbe sbattuta la testa finchè non le avesse fatto male. L'avrebbe sbattuta fino a svenire, anche solo per un attimo, per poi riprendersi e ricominciare a lottare. Quella barricata, linea di confine tra le sue claustrofobiche paure e la libertà di spazi aperti. E lei continuava la sua battaglia, sotto gli occhi della gente e le loro fredde risate. Perchè quelli non capivano, non riuscivano a vedere oltre il vetro. Lei sì invece, aldilà del vetro e dei loro cuori. Nessuno di loro avrebbe messo da parte orgoglio e ragione per inseguire un ideale, per quanto folle e disperato poteva sembrare. Lei non li odiava per questo ed era rassegnata al fatto che avrebbe dovuto combattere da sola la sua battaglia. Perchè era la sua e perchè è giusto così. Ma nel gelo dell'inverno, solo per un momento il vento soffio più forte e spalancò quella finestra. Lei sorrise appena. Sapeva di aver vinto questa battaglia ma che ora sarebbe iniziata la guerra. Volò oltre la finestra tra gli sguardi neri della gente. Aveva un pò di paura, una paura intrisa di coraggio, ma mentre volava via sentiva il vento soffiare dietro di lei.

27.12.07

Christmas With The Yours



I am in the room waiting for Santa and for Claus.
Suddenly, by night, they will arrive;
can’t you feel the typical cling cling cling cling cling?
Presents for the good, coal for the bad:
proprio come diceva mia mamma.

Christmas with the yours, Easter what you want.
Peace between Blur and Oasis.
Christmas with the yours, Easter what you want;
Dont’t throw atomic bombs because it’s Christmas time.

Panettone is on the table, and everybody’s drinking Moscato.
Go to buy a tree, but not a true tree because otherwise it would die die die die die
Panettone is on the table but it is another one;
infatti è quello senza canditi.

Christmas with the yours, Easter what you want
Peace between Lino e Cecchetto.
Christmas with the yours, Easter what you want.
Don’t drop atomic bombs at least at Christmas time.

Proprio come diceva mia mamma.
Sai cosa diceva mia mamma?
Christmas with the yours, Easter what you want.
Peace between Lino e Cecchetto.
Christmas with the yours, Easter what you want.
Livin’ the refreshing world of Christmas.
Monsieur Chirac, garde la bombe chez toi.

Testo di Elio E Le Storie Tese

22.12.07

Notturno

Non ho sonno e non ho molto da dire. Tanto è stato detto, tanto e forse niente. Perchè le parole sono così inutili a volte che dovrebbero sopprimerle. Detto da me è il colmo, un giorno forse mi daranno di che vivere. Ma ci sono dei limiti nelle parole, come fossero gabbie che stritolano le nostre emozioni. Sono così banali a volte, e altre volte ancora così piene di sè che non dicono niente. Che non dicono tutto quello che c'è da dire. Poi aggiungi le catene dell'animo umano, quelle che lo legano alla paura. Anche alla peggiore di tutte, quella di essere felici. Le ho spezzate quelle catene. Non so se raggiungerò quella felicità, ma le ho spezzate. E' un piccolo grande passo per me.
Ti scrivo perchè non ho sonno. E forse non ho sonno perchè ti penso, e pensarti è come il suono di quelle canzoni che non smetterai mai di ascoltare. Tu sei in ognuna di quelle canzoni. Tu sei l'accordo che dolce si lega con gli altri, la melodia che disegna note sempre nuove, un ritmo che ruba il tempo al cuore. Tu come la musica che non smetto di danzare.
Non ho sonno e ne avrò per molto. Forse mi farò un panino. E strano come devo riempire i buchi che lasci dentro di me. Eppure questo non mi sazia, non l'ha mai fatto. Mi accorgo che tu sei l'unica che può riempire quel vuoto allo stomaco. Come quella roba che tutti dicono di non mangiare, ma che è maledettamente buona. La tentazione è enorme, e so già che infilerò la mano nel barattolo. Me ne dovrò fare una ragione, e poi odio le diete.
Non ho sonno ma andrò a letto lo stesso. E' così la vita. Pensi che non riuscirai a dormire, pensi che tutto il male ti terrà sveglio e la notte sarà una lenta e lunga agonia. A volte lo è, niente buonismi da parte mia. Non credo nell'eterna felicità. Credo in quei piccoli momenti che ti danno la forza di andare avanti. Come la certezza che dopo questa notte il sole sorgerà di nuovo, malgrado tutto. E come la certezza che domani mattina mi sarà concesso pensarti ancora. E chi lo sa, uno di questi soli vederti.

Non ho sonno e sono con te ora. Non ti lascerò mai sola. Ci sarò sempre, come quel sole. Come una nuvola, ti proteggerò e ti bagnerò di dolcezza. Ti sfiorerò senza toccarti, com'è concesso al vento. E sarò l'acqua che disegna le tue guance, quando piangerai perchè fuori piove. Fuori e dentro. Finchè il sole non sorgerà di nuovo a scaldarti. Non dimenticarlo mai. Dopo la notte viene sempre il sole. Sempre.

19.12.07

Ho Perso Le Parole



Ho perso le parole
eppure ce le avevo qua un attimo fa,
dovevo dire cose
cose che sai,
che ti dovevo
che ti dovrei.
Ho perso le parole
può darsi che abbia perso solo le mie bugie,
si son nascoste bene
forse però,
semplicemente
non eran mie.

Credi
credici un po'
metti insieme un cuore e prova a sentire e dopo
credi
credici un po' di più di più davvero.

Ho perso le parole
e vorrei che ti bastasse solo quello che ho,
io mi farò capire
anche da te,
se ascolti bene se ascolti un po'.
Sei bella che fai male
sei bella che si balla solo come vuoi tu
non servono parole
so che lo sai
le mie parole non servon più.

Credi
credici un po' sei su Radiofreccia guardati in faccia e dopo
credi
credici un po' di più di più davvero.

Ho perso le parole
oppure sono loro che perdono me,
io so che dovrei dire
cose che sa,
che ti dovevo, che ti dovrei.
Ma ho perso le parole
che bello se bastasse solo quello che ho,
mi posso far capire
anche da te,
se ascolti bene
se ascolti un po'.

Testo di Luciano Ligabue

11.12.07

Storia Piccola Di Un Ubriacone

Tremo. Prendo il drink sul bancone, e il bicchiere di scotch trabbocca lacrime amare. Una sorsata, poi un'altra. Barista, ancora. Mi giro verso i tavoli. Eccoti. Oddio, sei fantastica, forse dovrei dirtelo. Un'altra sorsata. Non mi guardi e se lo fai non so se vedi me o solo un vecchio ubriacone. Anzi lo so. Un vecchio lurido ubriacone che ha solo il coraggio di alzare il gomito, per l'ennesima sorsata. Le parole affogano in gola tra l'alcool e il tabacco, i pensieri dispersi nella nebbia che confonde la mente. Che tu sia maledetto Frank! Alza quel culo bianco e parlargli. No invece. Resto seduto, forse perchè non raggiungerei neanche il suo tavolo. Barcollando, finirei a cazzotti con quel brutto ceffo che continua a fissarmi. Sicuro, quello vede un vecchio lurido misero ubriacone. Beh, resto fermo e la fisso. Un'altra sorsata e m'appendo al fondo del bicchiere. Barista, ancora. Bevo per dimenticare? Non funziona, chi ha messo in giro questa voce aveva solo bisogno di una cazzo di scusa. Io non ne ho bisogno. Un'altra sorsata. Ti vedo ridere, mi si stringono cuore e stomaco. Forse solo il cuore, per lo stomaco è colpa dell'alcool. Non importa, comunque tu ridi, forse sei felice, non ne sono sicuro. Anch'io rido, sempre, ma so di non essere felice. Ma io non sono te, forse tu lo sei davvero. Chi sono io per rovinare tutto? Sono solo un vecchio, lurido, misero e patetico ubriacone, non ti merito. Un'altra sorsata, quasi dimenticavo di bere. Ti guardo, tu non lo fai. Forse dovrei smettere, il bicchiere è quasi vuoto. Forse dovrei lasciarlo lì, venire da te e fare l'ennesima cazzata, e rovinare tutto, ancora. Non lo so, l'alcool mi mette paura e coraggio assieme. Finirò quella bottiglia prima, poi si vedrà, anche se so che non riuscirò a nascondermi dietro quel bicchiere ancora per molto. Ma so che da ubriaco, il dolore farà meno male. E non è il mio dolore che mi spaventa, ma il tuo. E non voglio che tu stia male. Nel dubbio, preferisco farmene io. Barista, ancora.

10.12.07

I Miei Lacci Di Scarpe

Tema in classe: "I miei lacci di scarpe"

Svolgimento

I miei lacci di scarpe sono bianchi e larghi. Sono lunghi e servono a non inciampare perchè se la scarpa si leva uno può cascare e poi stare male e non venire a scuola. Però mamma dice che se non faccio un bel nodo posso inciampare lo stesso anche se le scarpe rimangono abbracciate ai piedi. Così mi lega lei i lacci così io posso andare sempre a scuola e vedere i miei amici. Quando mamma mi lega i lacci delle scarpe io sono contento perchè lei si abbassa e io posso accarezzarle la testa e riempirla di bacini. Quando fa il nodo doppio è meglio perchè le do ancora più bacini e carezze. Però mamma dice che ora sono grande e che devo imparare a farlo io. Sono contento lo stesso perchè tanto quando ho finito di allacciare i lacci delle scarpe corro da lei e la riempo di bacini e carezze lo stesso. Ho insegnato anche a Luca a allacciare i lacci, ma gli ho detto che non voglio i bacini basta che viene a giocare con me il pomeriggio. Poi volevo insegnarlo a Alessia ma lei non ha le scarpe coi lacci così lei allaccia i miei e io le faccio le carezze come a mamma ma i bacini ha detto no. Così adesso ho due nuovi amici e non ho più paura di inciampare.

6.12.07

Storia Piccola Di Due Sassi Che Rotolano

"Mi vuoi bene?", gli chiese all'improvviso. Lui, che fino a prima la fissava, soffiò via il fumo dai polmoni e abbassò lo sguardo. Diede un calcio alla ghiaia che ricopriva il parco, in quella giornata senza sole, sia dentro che fuori. Vide quei piccoli frammenti di mondo schizzare via e pensò che loro due erano nient'altro che questo: piccoli sassi che rotolano. Non hanno meta, saltano i loro piccoli ostacoli e qualche volta si scontrano. Poi, in balia della rabbia del vento o delle lacrime della pioggia, s'allontanano nuovamente. E continuano a mischiarsi tra gli altri sassi, facce anonime come i loro pensieri. "Mi vuoi bene?", chiese di nuovo, e i suoi occhi si tinsero del colore della paura. Lui alzò lo sguardo e il suo volto divenne pietra. "Cosa vuoi ti risponda, dopo tutto questo tempo?". Lei stringeva forte i suoi occhi con quelli di lui. "Solo sì o no", rispose. "Mentirei in entrambe i casi", disse lui e per un attimo s'arrestò. Guardò di nuovo in basso la ghiaia. Facce anonime, e lì in mezzo due piccoli cuori dispersi. Non era questo quello che voleva. Non era questo quello che voleva per lei. "Mentirei. Perchè ti amo". Il vento soffiò, e mosse quei sassi fino a farli sfiorare. Rotolarono all'ombra di un albero e la pioggia non fece più paura.

5.12.07

Il Pazzo E La Stella



C'erano più di mille stelle
in quella fetta di cielo
che il pazzo ogni notte
guardava dalla sua finestra
una di loro che fu cadente
tagliò in due quel firmamento
brillando nell'oscurità
per poi scomparire in un momento.
Fu così che il pazzo chiuse gli occhi
ed espresse un desiderio
perchè la sua mente malata
gli permetteva ancora di sognare.
E chiese al dio del vento
che l'autunno prende per mano
le foglie orfane degli alberi
per portarle via lontano
di soffiare sui suoi pensieri
che finalmente liberi
da farmacie e da catene
possano volare via distanti
distanti da quel mondo grigio
che lo ha bollato come demente
lontano dall'ipocrisia
e dalla cattiveria della gente.
Ma quando aprì di nuovo gli occhi
c'era sempre lo stesso cielo
e capì con il cuore in mano
che nulla era cambiato.
E anche se il fiore della speranza
è l'ultimo a morire
il suo era stato spezzato
ancora prima di poter sbocciare
Il pazzo si rese conto
che quello lì era il suo destino
ma stranamente si sentiva felice,
regalò una lacrima al vento.
Capì che la vita di un uomo
è come quella stella nella notte scura
si brilla di luce nell'arco di un tempo
finchè il buio non ci cattura.

Testo de I Ratti Della Sabina

3.12.07

Storia Piccola Di Speranza

L'uomo sedeva sulla panchina arrugginita. Era un pomeriggio scuro e aspettava il suo amore; rose gialle nella mano destra e il cuore nell'altra. Il vento sfiorava i petali di rosa con la dolcezza di un vecchio che accarezza un bambino, e soffiava. Soffiava come fosse spinto dai suoi pensieri. Sedeva stanco l'uomo. Con una mano tirò su l'impermeabile sgualcito e sporco di fango. La giraffa dal collo lungo accese i suoi occhi: era già sera. Illuminato da quella luce fioca, l'uomo non si smosse dalla sua panchina. Passavano uomini con cani al guinzaglio, piccole vite che condividono la paura della solitudine. Passavano signori imbellettati, che si godono il paradiso in terra perchè tanto non ce ne sarà un altro. Passavano le ore, ed era ormai notte. L'uomo aspettava il suo amore, voleva farsi trovare lì quando sarebbe arrivato. Sì, ma quando? Non lo sapeva l'uomo; non c'era nessun appuntamento, nessuna ora da rispettare. L'uomo aspettava semplicemente il suo amore. Sapeva che sarebbe passato di là prima o poi. Lui l'avrebbe visto e riconosciuto subito. Un scambio di sguardi, cullati dal vento; i fiori gialli, poi il cuore. Il suo amore avrebbe baciato via la tristezza e spazzato via le nuvole scure. Ma ora l'uomo era sulla sua panchina, perchè ormai quella panchina era solo sua e di nessun altro. Aspettava ancora quel bacio. E venne il mattino, poi di nuovo la sera. Passò molto tempo, si alternarono stagioni, ma l'uomo era lì con gli uccelli che lo stavano a guardare. Non si mosse mai, anche quando l'ultima speranza si sciolse al caldo dell'estate. Aspettava il suo amore; nella mano sinistra il cuore nell'altra un bicchiere pieno di monete.

30.11.07

Sulla Vita



La vita è una lunga corsa a ostacoli, questo lo sanno tutti. Molti dimenticano però che questa corsa va affrontata scalzi, con polsi e caviglie legate e una benda sugli occhi; ma soprattutto che gli ostacoli sono alti tre metri e mezzo almeno. Forse non arriveremo mai al nostro traguardo ma ci vuole un cazzo di coraggio per cominciare a correre!

28.11.07

Ninnananna



Camminavo vicino alle rive del fiume
nella brezza fresca
degli ultimi giorni d'inverno
e nell'aria andava una vecchia canzone
e la marea danzava correndo verso il mare
A volte i viaggiatori si fermano stanchi
e riposano un poco
in compagnia di qualche straniero
chissà dove ti addormenterai stasera
e chissà come ascolterai questa canzone
Forse, ti stai cullando al suono di un treno,
inseguendo il ragazzo gitano
con lo zaino sotto il violino
e se sei persa
in qualche fredda terra straniera
ti mando una ninnananna
per sentirti più vicina.
Un giorno, guidati da stelle sicure,
ci ritroveremo
in qualche ancgolo di mondo lontano,
nei bassifondi, tra i musicisti e gli sbandati
o sui sentieri dove corrono le fate.
E prego qualche Dio dei viaggiatori
che tu abbia due soldi in tasca
da spendere stasera
e qualcuno nel letto
per scaldare via l'inverno
e un angelo bianco
seduto vicino alla finestra...

...Metticela tutta.


Storia Piccola Di Una Foglia (Chi Arriva Prima Aspetta)

La gente corre. Con le gambe, con la testa, con gli occhi e con le mani. Vive velocemente e velocemente - purtroppo - muore. Il loro orbitare frenetico sembra figlio di un bisogno di realizzazione e raggiungimento che non ammette pause; nessun rallentamento, al grido di "Tutto e subito". La gente vede ma non osserva; cammina e non passeggia; pensa e non immagina che pensare è un pò sognare. Chi corre in verità scappa dai piccoli piaceri di una strada o le emozioni di una giornata uggiosa. Chi si limita a vedere purtroppo è cieca davanti a una piccola imperfezione o una ruga d'espressione, finestre invisibili dell'animo umano. Chi pensa e fa del suo pensiero razionale e immediato moto d'orgoglio, è incatenato ai limiti terreni. Solo lentamente possiamo innalzarci a Dio, rappresentazione ultraterrena di una visione più piena e viva di noi stessi. Per questo sto con chi cammina lento, con chi arriva sempre in ritardo, con chi molto spesso salta il turno. Perchè sanno aspettare. Come il cadere di una foglia in autunno, la nostra vita è quel breve tragitto tra il ramo e la terra. Sembra così lunga la strada da compiere e così breve il tempo a nostra disposizione. Ma come il lento cadere della foglia, solo chi saprà aspettare un giorno compirà il tragitto inverso.

Heal The Pain



Let me tell you a secret
Pur it in your heart and keep it
Something that I want you to know
Do something for me
Listen to my simple story
And maybe we'll have something to show

You tell me you're cold on the inside
How can the outside world
Be a place that your heart can embrace
Be good to yourself
Because nobody else
Has the power to make you happy

How can I help you
Please let me try to
I can heal the pain
That you're feeling inside
Whenever you want me
You know that I will be
Waiting for the day
That you say you'll be mine

He must have really hurt you
To make you say the things that you do
He must have really hurt you
To make those pretty eyes look so blue

He must have known
That he could
That you'd never leave him
Now you can't see my love is good
And that I'm not him

How can I help you
Please let me try to
I can heal the pain
Won't you let me inside
Whenever you want me
You know that I will be
Waiting for the day
That you say you'll be mine

Who needs a lover
That can't be a freind
Something tells me I'm the one you've been looking for
If you ever should see him again
Won't you tell him you've found someone who gives you more?
Someone who will protect you
Love and respect you
All those things
That he never could bring to you
Like I do
Or rather I would
Won't you show me your heart
Like you should?

Won't you let me in
Let this love begin
Won't you show me your heart now
I'll be good to you
I can make this true
And get to your heart somehow

Testo di G. Michael

26.11.07

Sono Un Pò Tanto Incazzato!

Ah Ah Ah! Non ci credo! Con questa ho toccato il fondo del barile e comincio a grattare il legno marcio per affondare le mani nella terra. Cazzo, non me l'aspettavo. E questa la dice lunga su quanto ho da imparare. Noi poveri uomini dall'animo buono. Siamo come orologi, aspettiamo pazienti la nostra ora e giriamo, giriamo, giriamo senza sosta. Dalla mezzanotte a mezzogiorno e ritorno. Che fessi. Ma uno che ne sa? Deve provarla una sigaretta prima di dire "No No! A me il fumo fa schifo!". E ne devi fare di cazzate prima di cominciare a prevenirle. Reo di non riconoscere i propri errori? Ma andate a cagare! Voi benpensanti, sicuri di voi e delle vostre convinzioni. Io sto qui con le mie Lucky Strike, continuando a fare cazzate. E troppo divertente. Solo che da adesso l'animo buono ve lo ficco su per il culo. Delicato vero? A quanto pare questa vita sudicia di stracci non merita altro da noi. Niente perbenismi, niente amore nel prossimo, niente di ragionevole. Basta! Ho vestito fin troppo la parte dell'ortolano. Adesso voglio essere cetriolo. E chi m'ha fatto soffrire, facendomi credere fossi io il boia, farà bene a pararsi con le mani. Tutto gira, tutto prima o poi torna. Io sono qui, alla fermata della vita, che aspetto il mio momento.

20.11.07

Storia Piccola D'Amore Inverso

Eccoti. Ogni maledetto giorno che incontro i tuoi occhi mi guardi, ma non mi vedi. Un saluto affrettato, un sorriso smorzato e ancora qualche cenno con la testa; poi via, dietro la porta di vetro scuro. Ogni giorno ed ogni notte la pellicola di questa routine proietta gli stessi incubi. E pensare che tutto parte dall'amore. Un lamento soffocato in gola, due parole tristi ma inevitabili, come l'aria che spazza via i miei sogni. Eppure devo farcela. Soffocare i miei istinti e ogni desiderio nascosto. Fermerò la mano in tasca prima che accarezzi le tue labbra, con gesti d'amante. Stanco di quest'inutile sofferenza. Perché tu, fermo immobile davanti a me, sapresti uccidermi di dolore. Dapprima con i tuoi occhi, specchi di un mondo che non m'appartiene. Poi brutalmente costringermi a un pubblico vilipendio, figlio indesiderato di tutto ciò che sono. Non camminerò in direzione del patibolo, e non rischierò la ghigliottina a testa bassa. Pensa pure che non saprei capirti, io così uguale a te eppure esatto contrario. Pensa che è la natura a decidere per noi e lascia l'anima nella sua gabbia di pregiudizi. Non ti avrò mai ne mai ti cercherò. Ma non potrai spegnere il fuoco che ho dentro. Non puoi controllare le mie emozioni ne leggere i miei pensieri. Perché t'amo, cazzo! E così come la pioggia cadrà per secoli su questo mondo arido, io non smetterò d'amarti. E sarò l'angelo che poserà la mano dall'altra parte del vetro, quando ti fermerai triste a contemplare la vita al di là della tua finestra. Sarò quell'angelo, e più importerà la mia natura umana. Il mio esser uomo, il tuo esser uomo. Importeranno solo i colori cangianti della mia anima, splendenti a illuminarti la strada. Agirò invisibile, senza preoccuparmi di ciò che pensi di me. Sarò l'angelo, sarò l'amico, sarò l'ombra fresca di un giorno d'estate. Questo è quello che mi è concesso. Essere l'ombra di me stesso, e nient'altro.

Canzone De' Cenci



Capelli raccolti oppure lunghe trecce bionde
occhi di giada oppure occhi di diamante
chissà se sul tuo viso
fiorì mai il sorriso

splendente come un giorno di primavera.


Dei Cenci il sangue portavi senza orgoglio

del padre tuo marchiato a pelle il ricordo

di notti più oscure

di carezze dure

di un amore che vero amore poi non era.


E sotto il giogo del Papa giaceva Roma mia

vittima ingiusta di potenti e aristocrazia

di una sola croce
che spegne ogni voce

e la sottomette al suono di una preghiera

...


Testo Incompleto

19.11.07

Io So Testardo!












Io so' testardo
c'ho la capoccia dura
e per natura non abbasso mai lo sguardo
è un'esigenza
perché c'ho 'na pazienza da leopardo.

E so' testardo
e non mi ferma gnente
vado sempre avanti fino al mio traguardo
indifferente
e non m'importa gnente se ritardo.

Io so' de legno
e sembro muto e sordo
ma le tue parole, sta' tranquillo
che me le ricordo
e qualche volta me le segno.

Io so' de coccio
quello che dico faccio
io so' uno che, comunque vada
le promesse le mantiene
che poi nemmeno me conviene
...molto.

Perché so' un muro
e pure se t'ascolto
fondamentalmente so' sicuro
che la tua vita è appesa a un filo
e io c'ho le forbici.

Però...
se ancora un po' mi piaci
la colpa e dei tuoi baci
che m'hanno preso l'anima
de li mortacci tua.

Io so' De Chirico
dico in senso simbolico
c'ho un controllo diabolico
quasi artistico
del mio stato psicofisico
e se hai capito, mo' traducilo.

E so' tenace
perché alla gente piace
ma è evidente che con un coltello
mi puoi fa' cambia' opinione
aho, so' testardo
ma mica so' cojone.

Io so' de marmo
ma tu m'hai sbriciolato
perché so' testardo fino al punto
che so' sempre innamorato
pure se tu m'hai già scordato

"...e infatti l'hanno vista..."
"M'hanno informato!"

Però...
se ancora un po' mi piaci
la colpa è dei tuoi baci
che m'hanno preso l'anima
de li mortacci tua.

Testo di Daniele Silvestri

16.11.07

Storia Piccola Di Una Canzone Che Sono

Eccone una per tutte quelle che mi hanno amato. E per quelle che non lo hanno fatto, pensando che quello che ho dentro non fosse abbastanza per loro, o semplicemente non riuscivano a vedere. Pensavo che la strada migliore fosse quella diritta, senza buche, senza bivi, senza forse. Sempre attento, sempre e forse mai. Ma tutto ciò non mi preoccupa più, perchè se è vero che c'è un Dio, sono sicuro che ha grandi piani in serbo per me. Ora danzo al suono di uno stereo spento, con chiunque abbia il coraggio di tendermi la mano. Freaks e sbandati, non importa i loro vestiti ma solo quello che hanno negli occhi. Danzo, e non mi importa di chi guarda a faccia bassa, della gente che sparla. Ci stiamo divertendo troppo per loro? Che vadano a farsi fottere. Non ho tempo per chi sa provare solo odio. So che quello che semini ora sarà il raccolto di domani e nel mio futuro, quando attingerò al passato, voglio che siano solo bei ricordi. Beh, tutto quello che penso è che la vita è un'affare più semplice. Non vivo la mia vita con le loro parole nella testa. Non ho niente da nascondere. Danzo su un'aria nuova e avrò quello che mi spetta, prima o poi. Non ho tempo per chi sa provare solo odio. Ho sprecato giorni, mesi, anni, è vero. Ho commesso errori contraddicendo le mie stesse parole. Cioè che l'unica cosa cui vale la pena credere è l'amore. Troppo giovane e stupido per capire che stavo mettendo la mia vita nelle loro mani, e non il mio cuore. E quanti vogliono che li odi. Non ci sarà mai odio nelle mie azioni e mai c'è stato. Forse neanche amore, ma mai odio. Quello che ho capito è questo. E non credetegli quando vi dicono che quello che siete non è abbastanza. Non credetegli quando vi dicono che state sbagliando o che non troverete mai l'amore. Non lasciate che gli errori passati oscurino il vostro futuro. Ma soprattutto non credete a chi vi dice che la felicità non può essere trovata.

Simone G (ispirata a "An Easier Affair" di G. Michael)

14.11.07

God Save The Queen


















Empty spaces, what are we living for?

Abandoned places, I guess we know the score

On and on, does anybody know what we are looking for?

Another hero, another mindless crime

Behind the curtain, in the pantomime

Hold the line, does anybody want to take it anymore?


The show must go on,
The show must go on
Inside my heart is breaking
My make-up may be flaking

But my smile still stays on.


Whatever happens, I'll leave it all to chance

Another heartache, another failed romance
On and on, does anybody know what we are living for?
I guess I'm learning, I must be warmer now
I'll soon be turning, round the corner now
Outside the dawn is breaking

But inside in the dark I'm aching to be free

The show must go on
The show must go on
Inside my heart is breaking
My make-up may be flaking

But my smile still stays on


My soul is painted like the wings of butterflies

Fairytales of yesterday will grow but never die

I can fly my friends

The show must go on

The show must go on

I'll face it with a grin

I'm never giving in

On with the show

I'll top the bill, I'll overkill

I have to find the will to carry on
On with the show

The show must go on...

Testo di Freddy Mercury

13.11.07

Visioni
















Visioni rapide e fugaci come stelle comete

celate dalla nebbia del tempo e ancora segrete

come i sospiri degli amanti
come goccie di pioggia su sogni infranti.


Visioni strane e oscure come dell'anima il buio

nascoste nell'ombra fredda di un albero spoglio
di certezze e di verità
del tramonto degli occhi e l'alba che verrà.


Visioni passate e perse in un solo momento

fotogrammi interrotti dall'impeto del vento

che spazza il silenzio

e scioglie il desio di un fremito intenso.


Visioni, l'unica via di fuga, l'espiazione,

per redimersi da questa vita di cartone.

Simone G

10.11.07

Storia Piccola Di Luce

Accendo. Una luce azzura dipinge le pareti della mia stanza. Sorrisi posticci, parole che non resisteranno al tempo così come i volti che le vomitano senza un senso. Non so il perchè, ma quello è il mio rifugio, la mia scatola, la mia capanna di lenzuola. Accendo. E la pressione si ferma. Il malessere che m'attanaglia lascia la presa, solo per un attimo. Non ascolto veramente, non osservo. Gli occhi s'arrendono a quel fascio luminoso e ipnotico, amaro sostituto dei colori dell'arcobaleno. Accendo. E spengo tutto il resto. Il cervello, il cuore, lo stomaco. Spengo la vita e mi rifugio nei sogni degli altri, perché troppo difficile trovarne di miei. E i loro sono troppo belli e mai troppo veri. Accendo. Un'altra realtà mi culla dolcemente, diretta dal cielo come un dono di Dio. Mi accarezza con i suoi sguardi d'amica, d'amante, di madre. E' il mio Gesù e m'inginocchio al suo bene effimero. Accendo e mi rendo conto dello schifo che ho intorno. Mi accorgo di quanto faccia schifo il mio volto allo specchio. Così mi rifletto in lei. Mi nutro del suo splendore. E sono un'altro me stesso. Accendo e mi spengo. Che cosa importo io davanti a tutta questa bellezza... chi importa?

Simone G

Ipse Dixit Berlusconi!

Non fonderò mai un partito. Se non entro in politica vado in galera. Scendo in campo, per un nuovo miracolo italiano. Un milione di nuovi posti di lavoro. Alla RAI non sposterò nemmeno una pianta. Non capisco perchè a San Siro debbano entrare anche i tifosi delle altre squadre, togliendo il posto ai nostri: San Siro deve diventare solo rossonero. I poveri sono persone diseducate al benessere. Mai avuto a che fare con Craxi. Io sono l'unto del Signore. Il mio governo è schierato con l'opera di moralizzazione della vita pubblica intrapresa da valenti magistrati. Mussolini non ha mai ucciso nessuno, anzi mandava gli oppositori in vacanza nelle isole. Le mie aziende non hanno mai corrotto nessuno. Giuro sulla testa dei miei figli. Ho dato mandato irrevocabile ai miei legali di vendere le mie tv. Bossi parla come un ubriaco da bar, con lui non prenderò mai più un caffè: è un giuda, traditore, ladro e ricettatatore di voti. La situazione della salute di papa Woytjla è di assolutà tranquillità. Sarò lieto di incontrate il papà dei fratelli Cervi. In questo luogo passò Enea in fuga col padre Anchise e diede il via alla dinastia da cui nacquero Romolo e Remolo. Paolo di Tarso era un grande filosofo greco. Il papa è un uomo straordinario, ogni suo viaggio è come un gol: ha la stessa idea vincente del mio Milan, che poi è l'idea di Dio, la vittoria del Bene sul Male. Arafat mi ha chiesto di dargli una tv per la Striscia di Gaza: gli manderò Striscia la notizia. Vorrei ora ricordare l'attacco del comunismo alle Due Torri. Ormai in Iraq c'è una vita regolare, poi certo ci sono le cose che non funzionano: per esempio i semafori, a Baghdad non funzionano. Montanelli e Biagi erano gelosi di me. Anch'io ho scritto le tavole della legge, come Napoleone e Giustiniano; Mosè era solo un passatavole. Mai sentito parlare di All Iberian. Se perdo le elezioni lascio la politica. La nostra costituzione è di stampo sovietico. Siamo il partito dell'amore contro il partito dell'odio. Non ho mai insulato nessuno. Coglioni! Faccia da stronza! Stalinisti! Ladri! Golpisti! Fascisti! Vaffanculo! I giudici sono matti, mentalmente disturbati, antropologicamente diversi dal resto della razza umana. Noi ai giudici insidiamo le mogli, siamo dei trombeurs de femmes. Per portare a Parma l'agenzia alimentare europea ho riesumato le mie doti di playboy e ho fatto la corte alla presidente finlandese. Ho trovato una cimice dietro il termosifone, sono spiato da procure deviate. Io ero contrario alla guerra in Iraq, ma Bush non mi ha dato ascolto. La proporrò per il ruolo di kapò. Gli sbarchi di clandestini sono calati del 247 per cento. Io non racconto barzellette: io dico parabole. La sinistra ha una predilezione per i dittatoti. Putin è un sincero anticomunista. Gheddafi è un leader di libertà. Bella l'Estuania! Sono alto un metro e 71. I give you the salutation of my president of the Republic. Il lifting me l'ha imposto mia moglie. Noi di Forza Italia abbiamo una moralità di livello così elevato che gli altri non possono percepirla. Risolverò il conflitto di interessi in cento giorni. Le mie tv mi remano contro. Il trapianto è ottimo, lo consiglio a tutti. Sono sempre stato assolto. L'evasione di chi paga il 50% dei tributi è un diritto naturale che è nel cuore degli uomini e che non ti fa sentire moralmente colpevole. Questa storia delle leggi ad personam è falsa: ne ho fatte solo tre, per me. Biagi, Luttazzi e Santoro hanno fatto un uso criminoso della televisione pubblica. Avete capito bene: abolirò l'Ici. Galliani è la persona più onesta che ho mai conosciuto. Il mio cervello è talmente sviluppato che ha espulso i capelli. La giustizia è un cancro da estirpare. D'Alema è er mejo figo der bigoncio, di lui mi fido. La mia religione è il maggioritario. Io sono per il proporzionale. Mai fatto affari con la politica, anzi ci ho sempre perso. Gli elettori si sono sbagliati, eranogiusti gli exitpoll. Sto trattando con la Russia dell'amico Putin per aprire un corridoio negli Urali e collegarci all'Oceano Pacifico. Non ci sarà alcun condono fiscale. Noi siamo per il presidenzialismo. Mai stato presidenzialista. Non sapevo che mio fratello vendesse decoder. Odio andare in tv, è una cosa che non sopporto. Nesta al Milan? Impossibile. Gilardino al Mila? Mai, sarebbe amorale. Io sono il Gesù Cristo della politica. Va bene, paragonatemi pure a Mosè. Fra me e Confalonieri c'è un patto: di avvisarci reciprocamente qualora uno dei due rincoglionisse, e Fedele non mi ha ancora detto niente. Prodi ha mentito: in un paese normale un premier che mente si sarebbe già dimesso.


...Che gran copywriter!

8.11.07

De Consilibus

Non mi sorprende che la gente voglia sempre avere ragione. E' normale. Chi non lotta per le proprie convizioni è un codardo, uno senza il coraggio delle sue idee. Chi va cantando che non l'ha mai cercata e se ne guarda è solo una testa di cazzo, un subdolo al quale non affiderei neanche una manciata di bottoni. Non mi sorprende che la gente voglia sempre avere ragione. Eccomi, sono uno di quelli. Uno dei tanti. Vivo nel perenne tentativo di imporre la mia visione. O meglio, vivo nel perenne tentativo di imporre che la mia visione è la mia visione, e non si tocca. Perchè se è vero che non mi sorprende che la gente voglia sempre avere ragione, ancora non capisco perche voglia che tutti gli altri abbiano torto. Difendere la propria idea non è sbagliato, ma questo non vuol dire scagliarsi contro quella di un altro. Non c'è da capirla, non c'è da cambiarla, non c'è da ridicolizzarla. Tutto quello che c'è, è accettarla. Perchè se il mio pensiero suona differente dal tuo, uno dei due stona? Così come la musica, le nostre idee possono essere accordi dissonanti che vanno a formare un unica grande melodia. Non mi sorprende che la gente voglia avere sempre ragione, perchè in un modo o nell'altro ce l'ha. Anch'io adesso so di averla. E anche tu che leggi e scuoti la testa.

Simone G

Il Burattinaio Di Parole





















Palasport di Trento, 7 dicembre. Stiamo arrivando.


La ragazza dietro al banco mescolava birra chiara e Seven-up,
e il sorriso da fossette e denti era da pubblicità,
come i visi alle pareti di quel piccolo autogrill,
mentre i sogni miei segreti li rombavano via i TIR...

Bella, d'una sua bellezza acerba, bionda senza averne l' aria,
quasi triste, come i fiori e l' erba di scarpata ferroviaria,
il silenzio era scalfito solo dalle mie chimere
che tracciavo con un dito dentro ai cerchi del bicchiere...

Basso il sole all' orizzonte colorava la vetrina
e stampava lampi e impronte sulla pompa da benzina,
lei specchiò alla soda-fountain quel suo viso da bambina
ed io.... sentivo un' infelicità vicina...

Vergognandomi, ma solo un poco appena, misi un disco nel juke-box
per sentirmi quasi in una scena di un film vecchio della Fox,
ma per non gettarle in faccia qualche inutile cliché
picchiettavo un indù in latta di una scatola di té...

Ma nel gioco avrei dovuto dirle: "Senti, senti io ti vorrei parlare...",
poi prendendo la sua mano sopra al banco: "Non so come cominciare:
non la vedi, non la tocchi oggi la malinconia?
Non lasciamo che trabocchi: vieni, andiamo, andiamo via."

Terminò in un cigolio il mio disco d' atmosfera,
si sentì uno sgocciolio in quell' aria al neon e pesa,
sovrastò l' acciottolio quella mia frase sospesa,
"ed io... ", ma poi arrivò una coppia di sorpresa...

E in un attimo, ma come accade spesso, cambiò il volto d' ogni cosa,
cancellarono di colpo ogni riflesso le tendine in nylon rosa,
mi chiamò la strada bianca, "Quant'è?" chiesi, e la pagai,
le lasciai un nickel di mancia, presi il resto e me ne andai...

Testo di Francesco Guccini

5.11.07

E Il Giro Riparte














In principio

secondi già passati

piccoli minuti

Ore

che girano

tornano dov'erano

Giorni
vuoti e sospesi

tasselli di mesi

Poi anni

mai troppi

di secoli gl'occhi.

E il giro riparte.

Ancora secondi
di polvere gonfi
Ancora minuti
coralli perduti

Ancora le ore

del vento il colore

Ancora mesi

di sogni indifesi

Ancora anni
di secoli inganni

E il giro riparte
E il giro riparte.


Simone G

4.11.07

Mascherada! Parte Seconda












Arriviamo in anticipo al parcheggio del centro commerciale Tor Vergata. Aspettiamo pazienti l'arrivo di Matteo. Quando finalmente ci raggiunge passa oltre con la sua Peugeout 207, pensando "Ma chi cazzo sono quei due transessuali che mi fanno i fari?". Siamo noi, e li inseguiamo per tutto il parcheggio strombazzando fino a che non capiscono. Gli facciamo segno di seguirci e ci dirigiamo verso casa di Letizia. Arrivati al cancello suoniamo al citofono.
"Chi è?", tuona la madre.
"Amici di Letizia"
"Chi? I nomi grazie"
Cazzo! Cominciamo bene. Sapevo fosse un pò rigida ma mai avrei pensato che ci avesse schedato. Date le generalità finalmente ci apre. Prendiamo le buste di alcool e ci avviamo verso l'ingresso. Ci corre incontro Letizia e subito ci ferma.
"Alcool? Ma siete pazzi! Se vi vede mia madre! Nascondetelo"
Nascondere una damigiana di vino più il resto? E dove? Nelle mutande? Matteo occulta il vino dietro un cespuglio e il resto lo facciamo passare dentro le buste, come fossimo narcotrafficanti. Do i fiori a Letizia. Lei ride ma non so se per il gesto o per i capelli. Salutiamo i genitori in fretta e scendiamo giù nella sala hobby. Alla fine delle scale qualcuno chiede "Ma Alan dov'è?". Salgo di nuovo le scale e lo vedo. La madre lo ha catturato e come un cobra in menopausa non lascia la presa. Alan è sotto interrogatorio e con lo sguardo basso ad ogni domanda del cobra fa un piccolo passetto verso le scale. Non ce la farà mai a dimenarsi da lei. Osservo per un poco la scena e poi me ne vado, lasciandolo alla sua sorte. Il sacrificio di uno per salvarne molti altri. E' giusto così.
L'ambiente è spazioso, la gente mal vestita o vestita per niente. Siamo gli unici due cazzoni che hanno passato il pomeriggio a girare in cerca di un costume. Ma finalmente arrivano Simone e Marco. Simone è perfetto. E' Neo. Cappotto lungo, completo nero e sguardo inespressivo. Non ha dovuto faticare molto. Poi aspettiamo l'ingresso di Marco. "Mi vestirò da Cowboy! Yippy Aye!", ha detto. Quando arriva lo squadriamo per un attimo. Stivaloni vecchio west OK... pantalone consumato marrone con annesso pistolone perfetto... cappelo di feltro ci sta tutto... felpa scura della Datch per completare. Felpa?! Come felpa?!
"Ma che cazzo centra la felpa Marco? Ma sei un coglionazzo!"
"Eh regà! So Brokeback Mountain. In Mountain fa freddo"
"Si ma non si mettevano la felpa, giocavano a incularella!"
La ragazza è vestita da tossica. Da strega dice lei. La mia non è che sia meglio vestita da anemica. Da strega dice lei. Ci consoliamo al tavolo degli stuzzichini, poi parte la musica. Prima il "Geghegè" poi "Sono bugiarda". Qualcuno cerca di rubare la pistola di Marco per spararsi alle palle. Escono fuori i giochi da tavolo. Marco ed Alan escono e vanno a drogarsi. La serata scorre tranquilla e alla prima pausa sigaretta decidiamo di uscire e dissotterrare il vino. Usciamo e la prima cosa che vediamo è la madre di Letizia che porta con sè in cucina la damigiana di vino che avevamo nascosto con cura. Ha la faccia trionfante del corsaro che ha appena scovato un tesoro. Non è un cobra. E' un mastino. Cazzo se è tosta. Col vino in ostaggio non sappiamo che combinare. Ci concediamo solo rhum e pera ma l'allegria e la forza trascinatrice di Letizia tiene in piedi la serata. Si canta, si ride, si rutta. Tutto va ben oltre le previsioni. Alle quattro io e Alan salutiamo tutti e un inchino alla madre che si è dimostrata un tesoro. Prima castagne alla brace, poi olive ascolane, alla fine pizza. E il tutto con un braccio ingessato. Non è un mastino. E' una santa. Insonnoliti torniamo a casa con la nostra damigianetta, che ci hanno infine restituito. Arrivati a casa, seduti sul letto fissiamo la damigiana di vino.
"Alan... pensi a quello che penso io?"
"Sì..."
"Buonanotte allora!"

Simone G

3.11.07

Mascherada! Parte Prima

"Pronto Zio"
"Bella Zio"
"Brutta notizia. Simone ha cambiato idea, non vuole venire. Dice che non può più vestirsi da Castor Troy e non avendo nient'altro da mettersi non viene"
"Ma non ci credo! Che palle. Dai ora lo chiamo io quel Protovich"
"Prova. Grezza, a stasera"
"Grezza Zio"
Prendo il telefono a scatti di Alan, sollevo la cornetta viola e compongo il numero. Zero... Sei... Nove... Cinque... Uno... Eccetera. Squilla e risponde una voce di donna. Marina, penso, la madre.
"Pronto"
"Pronto. Chi è?"
"Ciao sono Simone"
"Ciao Simone. Che dici?"
"Mah! Calcola che io sono vestito da Ace Ventura e devo convincere tuo figlio a vestirsi per la festa di stasera"
"... come?"
"Ti dicevo che io sono vestito da Ace Ventura ed ho dei capelli ridicoli, in più Simone non vuole venire perchè non ha il vestito da Castor Troy e devo convincerlo a travestirsi"
"Scusi ma lei chi cercava?"
"Ma perchè non sei Marin... non c'è Simone?"
"Non non c'è nessun Simone. Ma che num..."
Tlac. Tu... Tu... Tu...
Che figura di merda. Piegati in due sul divano, Alan tra le risate farfugliava qualcosa sul malfunzionamento del telefono. Il secondo tentativo va a buon fine e convinco Simone a suon di minacce e Rhum e pera. Finisco di laccarmi i capelli e Alan di costruire il suo skate-board volante. Lo skate-board di Marty McFly. Esco dal bagno e la sorella mi guarda come si guarda un piatto di finocchi lessi. E' disgustata. "Ma chi sei? Joe Carrey?". "No Giò Condor". Tristezza. Con Alan guardiamo il risultato di un pomeriggio passato a Mass. Uguali a loro. Perfetti. Stupendi. Due coglioni.
Via in macchina. Io mi fermo al Bancoposta per ritirare. Penso che il bancomat si rifiuti di darmi i soldi. Mi sbaglio. Il bancomat sgancia ma la persona dietro di me mi guarda in modo un pò torbo. Me ne vado ondeggiando. Alan si ferma a prendere le sigarette con il suo giubotto rosso e le Nike piene di scotch. Si sente un pò ridicolo, e ha ragione. Io sono sicuro di esserlo e gli sguardi intorno me lo confermano. Mi fermo dal fioraio e di nuovo la parola "Ridicolo" riecheggia detonante nella mia testa.
"Mi da tutte queste rose per favore?". Quello ride. Non mi incazzo, in fondo è proprio l'effetto che volevo ottenere. Parla come Borat. "Faccio bel bouquet. Perchè se tu porta vestito così almeno fiori deve essere decenti" . Gli mostro un sorriso a cinquanta denti, ma vorrei concimarlo con un imbuto. Preso a tenerezza mi fa un grosso sconto. Ringrazio, salgo in macchina e sgasiamo verso la tangenziale. Preghiamo che non ci fermi nessuno. Siamo pieni di alcool, portiamo un enorme mazzo di rose e conciati in modo orrendo. Praticamente due di quelli che vanno a sposarsi a Las Vegas. Il tragitto è tranquillo, non ci ferma davvero nessuno. Qualcuno ci ha ascoltati lassù. E probabilmente ride.

Continua...

31.10.07

Stringi I Denti








E ancora l'anima scivola via
e lascia il vuoto dove il vuoto non ci sarà mai.
Piccole cicatrici da cucire con pazienza
ai margini di un futuro senza speranza.
Troppa esistenza e poca vita, solo
goccie di pioggia sul palmo di una mano,
sorrisi di plastica, guarda piano
volgi gli occhi al cielo e prendi il volo.
Stringi i denti, dita serrate,
braccia protese e cuore chiuso a chiave.
Cammina lenta, non inciampare,
Insegui i minuti e assapora le ore.
Chi ha dato in passato non può pretendere ora
l'amore non è una merce di scambio.
Non chiederti come, perchè, quando,
sogna solo della fantasia più vera.
Stringi i denti, disegna la strada
con occhi da bambina e mani di fata,
dei bambini porta l'innocenza
di chi si crede grande sciogli ogni reticenza.
Grida in silenzio il tuo bisogno
di vita, d'amore, di anneggare in un sogno.

Solo chi custodirà il tuo sguardo cieco
della tua anima potrà placare l'eco.

Simone G