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10.11.07

Storia Piccola Di Luce

Accendo. Una luce azzura dipinge le pareti della mia stanza. Sorrisi posticci, parole che non resisteranno al tempo così come i volti che le vomitano senza un senso. Non so il perchè, ma quello è il mio rifugio, la mia scatola, la mia capanna di lenzuola. Accendo. E la pressione si ferma. Il malessere che m'attanaglia lascia la presa, solo per un attimo. Non ascolto veramente, non osservo. Gli occhi s'arrendono a quel fascio luminoso e ipnotico, amaro sostituto dei colori dell'arcobaleno. Accendo. E spengo tutto il resto. Il cervello, il cuore, lo stomaco. Spengo la vita e mi rifugio nei sogni degli altri, perché troppo difficile trovarne di miei. E i loro sono troppo belli e mai troppo veri. Accendo. Un'altra realtà mi culla dolcemente, diretta dal cielo come un dono di Dio. Mi accarezza con i suoi sguardi d'amica, d'amante, di madre. E' il mio Gesù e m'inginocchio al suo bene effimero. Accendo e mi rendo conto dello schifo che ho intorno. Mi accorgo di quanto faccia schifo il mio volto allo specchio. Così mi rifletto in lei. Mi nutro del suo splendore. E sono un'altro me stesso. Accendo e mi spengo. Che cosa importo io davanti a tutta questa bellezza... chi importa?

Simone G

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