BASTAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA! ...AAAAAAAAAAAAHHH!!!



27.9.07

Schizzo... Parte Prima

"Ce l'ho io quella giusta per te!", disse all'intrasatta Ansa. La chiamavamo così perchè passava le sue giornate al PC a chiaccherare e sparlare in chat. Sapeva i cazzi di tutti senza uscire di casa, era incredibile, era la comare cibernetica. Quando nel fine settimana metteva la testa fuori della sua stanzetta buia dava fiato alle trombe. Ti si avvicinava ed esordiva con frasi del tipo "Mi dispiace per quel che è successo" oppure "E' solo uno stronzo" o ancora "Con la polo bianca che hai preso ci vedrei bene un Jeans Armani"! La sua vita girava intorno alle nostre, forse per questo era così legata a noi. "Si chiama Giada," continuò. Mi sorpresi. Fino a quel momento non mi aveva rivolto neanche un'occhiata, troppo presa a criticare il tanga zebrato di Tania Pellicciotti con le altre del branco (a volte mi chiedo dove prenda le sue informazioni). Poggiai il mio chinotto sul tavolo. "Com'è? E non parlo del suo Avatar! Cioè... insomma, l'hai mai vista?". "Cosa credi? Che ti presenti una ragazza che non abbia mai visto? Una perfetta sconosciuta?" s'alterò Ansa, che era molto permalosa. Tutto ciò rendeva molto più gustose le nostre conversazioni. “Non dico che tu non conosca vita, morte e miracoli di questa Giada," risposi con sarcasmo, "parlavo di quella cosa sai... il cosiddetto 'contatto fisico'!". E lei acida, "Abita nel mio condominio". Touché! Mi capita spesso, è uno dei miei difetti volere sempre avere la battuta pronta. O forse semplicemente voler ridere di tutto e di tutti, anche di me. Ad ogni modo eravamo uno a zero per lei. "Beh, com'è questa?", chiesi. "La vuoi vedere? Ho una foto sul telefonino". Ecco, ero pronto a prendermi la mia rivincita se la fantomatica Giada fosse stata un bidone, nel senso di pacco, insomma una fregatura. La solita amica sfigata in cerca di un marito per intendersi, talmente brutta da suscitare dolcezza. Prendo il telefono in mano e guardo. Due a zero per Ansa. Niente da ridire, veramente un bel bocconcino. Poi mi feci autogol. "Dov'è la fregatura? Ha la femminilità di un sasso? Il senso dell'umorismo di una mozzarella? È pelosa?". E la comare, "Si è lasciata da pochi mesi perché il ragazzo l'ha tradita e se lo vuoi sapere è anche Miss, oltre che dotata di un gran senso dell'umorismo. Quello che non hai tu. E adesso la smetti di fare il cretino?". In questi casi avevo un trucco. Quando tiravo un po' troppo la corda sfoderavo il mio sorriso magico. Centotrentaquattro denti bianco cocaina che mi avevano tirato fuori dai guai più di una volta. Ansa, al pari degli altri, si sciolse come un panetto di burro. Si alzò dal suo posto e passando tra gli avventori del locale pestò un piede a Nervo, che cominciò a imprecare tirando fuori curiose analogie tra l'imene e la Madonna. Alla fine riuscì a sedersi vicino a me. "Ho un piano," mi disse, "adesso tu mi riaccompagni a casa, fin sotto il portone. Arrivati suonerò a casa di Giada e lei come sempre farà capolino dal balcone della sua cameretta. Poi gli dirò di essermi confusa. Vi presento, due chiacchiere veloci e a quel punto... io me ne vado e tu te la giochi!". "Cosa?" Il suo piano faceva acqua da tutte le parti. "Ma che dici? Cos'è? Stranamore? Scusa ma non faremmo prima a chiedergli di uscire con noi, un pomeriggio di questi o che ne so, una sera? La tua trappola non mi sembra il massimo. E se non si affaccia? E se non gli garbo? E se non resta a chiacchierare? No, no, il gioco non vale la candela". "Lei esce solo nel fine settimana, gli altri giorni è impegnata a studiare e a badare alla nonna. La verità è che te la fai addosso. Il solito cagasotto di Schizzo" apostrofò lei, diabolica. Schizzo era il mio nome, da cinque anni a questa parte. Colpa, o merito, del fumo e di alcuni fastidiosi noduli laringei divenuti in seguito polipi vocali. Quando il medico mi spiegò la situazione, pensando ai film di Carpenter immaginavo un piccolo alieno del pianeta Burkz nella mia gola deciso a conquistare l'universo. Avrei voluto ridere. Peccato non avessi la voce, piccolo inconveniente della malattia. Così per due mesi non ho fatto altro che comunicare con una matita e un block-notes. E ci presi gusto. Tant'è che tolsi la matita dall'orecchio e disegnai sullo scontrino da tredici euro e venti centesimi una mano con un esagerato dito medio alzato. Lo bagnai all'umido del tavolo e lo attaccai alla fronte, ostentando il mio solito sorriso. Anche Ansa sorrise. "Dai Schizzo, cosa ti costa provare. Magari è la volta buona che trovi l'amore della tua vita". Questa l'avevo già sentita. Ma non aveva tutti i torti, potevo tentare. "Allora? Ti regge?". Ci fu un attimo di suspense, come quando si prende la decisione che ti cambia la vita. Poi, la suspense andò a puttane grazie a un mega rutto di Poncio e le grasse risate degli altri. Io tracannai il mio chinotto, mi alzai e con un imperioso "Sali" montai sullo scooter. E tra i commenti provocatori e sudici del branco sgasai verso quella che credevo sarebbe stata la mia ennesima figura di merda...

25.9.07

Lettera a Giamba...

Se ti scrivo solo adesso un motivo ci sarà. Non è mica san Lorenzo, non ci sono stelle matte su 'sta piccola città. Non ci sono desideri da non dire come tempo fa. Il destino ha la sua puntualità. Hai lottato come un uomo con la brutta compagnia, che non eri mica stanco, che nessuno mai è pronto quando c'è da andare via. Hai pregato bestemmiando per la rabbia, per tutta l'agonia, per le scelte che stava facendo Dio . Non ci sono più i petardi e nemmeno il diario Vitt. Le bambine occhiate in chiesa sono tutte quante spose, sono tutte via da qui. Non si affaccia più tua madre alla finestra a urlare "tòt a cà", non c'è neanche più la tua curiosità. Dove sono le ragazze che sceglievano fra noi? E dov'è la nave scuola che hai confuso con l'amore e forse lo era più che mai . Non c'è più la pallavolo e i tuoi attrezzi, non c'è più l'Hi-Fi. Non ci sono più tutti quanti i tuoi guai. Quando hai solo diciott'anni quante cose che non sai, quando hai solo diciott'anni forse invece sai già tutto, non dovresti crescer mai.
Se ti scrivo solo adesso è che sono io così...
è che arrivo spesso tardi quando sono già ricordi che hanno preso casa qui.
Non è vero ciò che ho detto qua c'è tutto a dire che ci sei...
Fai buon viaggio e poi... poi riposa se puoi...


Testo Di Luciano Ligabue

22.9.07

Alla Luna

Ero sperduto in strade sconosciute a maledire il cielo che ti portava via mentre un vecchio ubriacone osservava paziente ridendo della mia stupida gelosia. E tra vecchie lattine e tappi di bottiglia il mio animo con muta voce raccontava alle stelle le nostre notti di amore fragile e veloce. Che tu eri lì e potevo vederti ogni maledetta sera cullata dalle nuvole così impalpabile e vera. Ma come i grandi amori, i più veri, che si concedono solo ai tuoi occhi tu mi sorridi di luce chiara abbassi lo sguardo e poi scappi. E Lasci l'azzuro nei miei pensieri e gioia nessuna e il sole che fiero risplende ma mai quanto te, amica Luna.


Testo Incompleto Di Simone G

RELAX! TAKE IT EASY...
FOR THERE IS NOTHING WE CAN DO!
JUST KEEP ON FUNKIN'!

19.9.07

Song To The Siren

On the floating, shapeless oceans I did all my best to smile
'till your singing eyes and fingers drew me loving into your eyes.
And you sang "Sail to me, sail to me, Let me enfold you."
Here I am, here I am waiting to hold you.
Did I dream you dreamed about me? Were you here when I was full sail?
Now my foolish boat is leaning, broken love lost on your rocks.
For you sang "Touch me not, touch me not, come back tomorrow."
Oh my heart, oh my heart shies from the sorrow.
I'm as puzzled as a newborn child. I'm as riddled as the tide.
Should I stand amid the breakers? Or shall I lie with death my bride?
Hear me sing: "Swim to me, swim to me, let me enfold you.
Here I am. Here I am, waiting to hold you."


Testo Di Jeff Buckley

12.9.07

Chi Vuol Intender Intenda. Gli Altri In Camper!

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